Come scrivere un’autobiografia di successo

Eventualmente parleremo di femminismo

di Serena Rispoli

Step by step, una conferenziera accattivante e grintosa ci spiega come realizzare una biografia. Di successo, ovviamente, com’è giusto che sia in un tempo come il nostro. Società dei vincenti, in cui il capitale detta ormai le sue leggi, privatizzando sempre più la cultura, calpestando il senso del bene comune. Ciò che conta è essere più produttivi, ad ogni costo, non c’è spazio per nulla che non sia funzionale.  

Ma la protagonista della suddetta biografia è Bianca Silvestri, scrittrice, fotografa, insegnante,  femminista. E, per inciso, mamma di Maria Cristina Mastrangeli. 

Si capisce già che le cose non sono così semplici come sembrano.

L’eventualità è in realtà più di una certezza, perché dell’universo femminista, del suo mondo e dei suoi interrogativi e lotte, attraverso la personalità della madre, sono necessariamente impregnate l’infanzia e l’adolescenza di Maria Cristina. È questo il senso di quel prefisso tra parentesi (auto) che precede la parola “biografia” nel titolo:  riflette la particolare condizione di chi si ritrova, suo malgrado, a dover parlare anche di sé. 

E se l’essenziale fosse necessariamente fuori norma? La storia non si può incasellare. La storia è viva, respira, pulsa, è fatta di tante storie che si intersecano.  Nelle molteplici relazioni e andirivieni tra due poli, pubblico e privato, si tesse il tessuto delle nostre esistenze. La capacità di raccontare in modo vivo, presente ciò che sfugge al tentativo di omologazione è la caratteristica di questa conferenza-spettacolo. Per un’ora Maria Cristina Mastrangeli ci guida nella Roma degli anni Settanta. Alla Casa delle donne di via del Governo vecchio, nelle interminabili riunioni e nel ricordo divertito delle sedute di auto-coscienza; al  teatro della Maddalena, primo teatro diretto esclusivamente da donne (ancora oggi pare strano, no?), in compagnia di Dacia Maraini e di tante altre, più o meno note. In foto e filmati d’epoca o rievocativi rivivono i luoghi e prendono corpo le figure che hanno animato i dibattiti,  le lotte di quella che viene considerata la seconda generazione di femministe. Donne forti, coraggiose, che si sono battute nella difesa dei propri diritti e nella faticosa, ma anche esaltante, ricerca di un’identità. Non sempre la lotta ha avuto il viso radioso e sorridente di una star di Hollywood. Qualcuna ci ha pure lasciato la pelle.

Nella Storia fatta di storie che si intersecano, per Maria Cristina la Madre si confonde con la mamma.

Coi toni di un’ironia che non elude la sincerità, Mastrangeli riesce a restituire lo sguardo di uno stupore innocente, impacciato, lucido e schietto. È il tempo dell’infanzia, poi dell’abbandono.  È il tempo della presa di coscienza dell’essere donna – per Maria Cristina e per le donne di governo Vecchio – alla scoperta del proprio corpo, di un’identità, di una vita diversa, altra, fuori dai dettami di una società che le vuole esclusivamente mogli e madri. S’intravede una corrispondenza dialettica tra l’adolescenza di una ragazzina e quella di un’intera generazione di donne. Man mano che il discorso procede appare sempre più chiaro che tutto ciò ha a che fare  con  l’amore e non c’entra niente con la  ricerca del successo.  

Il bisogno di rendere omaggio alla madre, ma anche di conservare la memoria e di trasmetterla alle nuove generazioni è il motore di un percorso personale, intimo e sociale  al tempo stesso.

“Non è stata la voglia di parlare di  me, ma innanzitutto il bisogno  di raccontare mia madre e questo periodo della nostra storia. Mi sembra che oggi ci sia una mancanza di conoscenza del passato. Qualche anno fa, durante un seminario, mentre stavo mostrando la fotografia delle femministe che facevano il famoso segno del triangolo con le mani, una ragazza commentò sorridendo “Che stupide, non sapevano fare il segno del cuore!” Lì ho capito che c’era un vuoto da colmare per queste generazioni, che inspiegabilmente qualcosa nel sistema di trasmissione non aveva funzionato e che questa storia andava raccontata. Queste donne erano avanti. Le loro lotte sono state importanti. Tanto per dirne una quella per il riconoscimento del lavoro domestico, una vera e propria forma di schiavitù ancora oggi irrisolta. Concetti che oggi potrebbero sembrare nuovi in realtà non lo sono. Mi sembra importante dire che se in questo momento si riparla molto di femminismo, grazie anche al movimento Me Too, o al successo di Mona Chollet – il femminismo non è nato oggi. È importante conoscere cosa, chi, ci ha precedute.

L’idea di farne uno spettacolo ha preso corpo nel 2016, in occasione di una residenza al 104 dei Chantiers Nomades con Frédéric Ferrer sulla conferenza spettacolo. Poco a poco sono andata avanti, passando dalle OFFicieuses de Artéphile del Festival Off d’Avignon, dalla Factorie – Maison de Poésie de Normandie – poi da una residenza di creazione a Anis Gras – Le lieu de l’autre. 

Le due figlie di Maria Cristina partecipano, ognuna a suo modo, al racconto: l’una ha curato  foto e i filmati di scena, l’altra interpreta in una ricostruzione filmica  il ruolo della madre da giovane. Una storia di famiglia, che è il riflesso di una storia sociale. Potremmo dire che il cerchio si chiude su questa bella immagine di trasmissione femminile. Ma in realtà lo lasceremo aperto perché è un movimento che, per fortuna, non si ferma mai.

Spettacolo in francese. Una versione in italiano è in cantiere.

Concept, testo e interpretazione : Maria Cristina Mastrangeli

PowerPoint e personaggio della madre giovane in video : Alma Sammel

Direzione d’attrice : Anna Romano

Video e foto di scena : Yu.Ta (Jutta Sammel Mastrangeli)

Effetto speciale video : Guendalina Flamini

Luci : Lino Pourquié

Produzione : Octogone, laboratoire (FR) / FORTeRESse (BE)

Sostegni : Les Chantiers Nomades / La Factorie, maison de Poésie, Normandie / Anis Gras, le lieu de l’autre (94) / RAVIV, dans le cadre du Partage d’espaces de travail et de répétitions 2021

Le 100 Établissement Culturel Solidaire

100, rue de Charenton PARIS 12e

01 46 28 80 94

Prossime date il 16 e 23 ottobre 2021

20h30