DICIOTTESIMO EPISODIO

La terra è un grande santo calpestato dall’uomo che non ha notti da dormire o redenzioni da cercare. Dal basso verso l’alto dona la vita, dall’alto verso il basso accoglie i corpi dei figli suoi defunti e li abbraccia in eterno. Fondale dimenticato e senza volto, che non lascia imitazione alcuna negli uomini che lavorano le sue rughe profondissime di semi.

Gregorio non si sentì più orfano. Quel magma gli aveva tolto la responsabilità della sopravvivenza, lo sentiva lavorare di notte, mentre dormiva, per portagli il cibo che lo avrebbe salvato.

Si sentì un bamboccione, un mantenuto come non era mai stato in vita sua. Trascorreva le giornate a ciondolare per casa, canticchiando vecchie canzoni estive, quell’inattività andava via via ad infiacchirlo, faticava i giorni più di quando era al cantiere, quando negli occhi degli altri splendeva lo stupore per la fatica che mostravano lui e i suoi abiti.

Uscì a prendere un po’d’aria, aveva piovuto da poco e il vento sembrava raccogliere l’umidità dell’asfalto per portarla al naso di Gregorio, che intanto, strofinava le braccia per i peli rizzati dalle  folate.

Respirava a pieni polmoni, col capo rivolto in alto, gonfio del segreto che nascondeva in casa. Ci voleva una sigaretta e decise di andare a far visita al buon vecchio Arturo.

Si presentò in bottega con un sorriso a trentadue denti

‘’Grande sor Arturo, come andiamo’’

Sobbalzò  sor Arturo, mentre era di spalle alle prese con l’affettatrice.

‘’Chi è? Ao sei tu, ciao Gregò’’

‘’Che dice il Killer? Tutto apposto?’’

‘’Eh, tutto apposto e niente in ordine…’’

Sor Arturo non era molto ben disposto, Gregorio però in preda all’euforia, non poteva fare a meno di continuare a far domande:

‘’Insomma sto campionato?’’

‘’Er campionato? È stato lo stesso di sempre’’

Cioè?

‘’Che noi amo fatto schifo e che la juve ha vinto, che non c’avevamo na lira prima e non c’abbiamo na lira adesso’’

‘’Ma chi tu o a’ Roma?’’

‘’Tutt’e due, ma forse sto meglio io’’

Gregorio fece una risata esagerata.

‘’Ammazza stai contento oggi Gregò, beato te che non c’hai un cazzo da fa tutto il giorno’’

‘’Dici bene Artù, m’hanno licenziato!’’

Arturo divenne serio per un momento, conosceva bene la situazione di Gregorio, per un attimo gli venne in mente che, quella gioia ingiustificata di Gregorio fosse una maschera o un primo sintomo di follia.

‘’Ma come t’hanno licenziato?’’

‘’Si sor Artù ma non c’è da preoccuparsi, ho già cambiato settore…‘’

Arturo lo squadrò dalla testa ai piedi, ebbe il dubbio se le scarpe fossero sporche di terra o di merda, fu sempre più convinto che fosse andato fuori di testa. E infatti d’improvviso Gregorio si bloccò, guardava lo scatolame, il Killer riprese il pensiero appena lasciato, si, forse è pazzo.
‘’Devo annà, devo annà sor Artù, poi ripasso pa a’spesa, ma prima, c’avresti na paglia?‘’

Na paglia? Ma vattela a piglià…so il pizzicarolo mica il tabbacchino, tiè va, ma questa è l’ultima Gregò, l’ultima hai capì?!

Se se grazie, se vedemo Artù.

Scandiva passi per dare spazio a quel pensiero sopraggiunto in bottega. Occhi fissi, meta indefinita, era la mente a camminare, ma ciò che lo aveva colto così d’improvviso, era un sentimento che non riusciva bene e spiegare, era un misto tra appagamento e adrenalina. Ciò che invece comprese dopo circa cinquecento metri, fu che aveva già provato quella sensazione, quando divise la spesa con gli invisibili del lungofiume. Avrebbe condiviso il raccolto del suo nero quadrato, con i più bisognosi, con coloro che non avevano avuto come lui una seconda possibilità, ciò gli dava la spinta per rialzarsi dall’ozio ingrato,  La linea di confine è sempre sottile ed invisibile, Gregorio aveva seguito più o meno coscientemente una sorta di percorso fino a quella linea, ed era disposto a oltrepassare ciò che per lui rappresentava ormai la vecchia vita, nel bene e nel male, non sarebbe rimasto in quello spazio di terra a ridosso dell’autostrada, in cui si raccoglie polvere e pattume, no, questa volta il viaggio era appena cominciato e lui era già al centro di un bivio. Ritornò in sé, era giunto in fondo al viale, ritornò velocemente indietro, verso casa, voleva organizzarsi per la nuova attività. La strada era vuota, giusto qualche vettura che passava con dentro persone mascherate, il marciapiede era una linea retta fino a casa, il vento formava mulinelli di foglie e carte sporche, da uno di questi volo un foglio in petto a Gregorio,  se lo scollò e lesse: ”Please, please, please. Stati Uniti in rivolta per l’uccisione di un afroamericano. Il titolo lo interessava e decise di piegare la doppia pagina per leggerla con calma e senza vento, il suo viso divenne scuro, i suoi occhi si riallontanarono dalla realtà, vennero in mente episodi vecchi di decine d’anni. Il razzismo non era mai scomparso dagli Stati Uniti, aveva solo cambiato forma nel tempo, si, c’erano state sicuramente delle conquiste, ma già il fatto di dover conquistare cose che per altri sono automatiche, già solo questo è una discriminazione. Quando si sarebbe smesso di versare sangue di altre razze sul suolo statunitense? Il tramonto si spense completamente al di sotto delle case.