La vie en Rose… Shocking!

di Gianni Cudazzo

Lavorare con artisti come Bébé Bérard, Jean Cocteau, Salvador Dalì, Vertès e Van Dongen, con fotografi come Honingen-Huene, Horst, Cecil Beaton e Man Ray, è stato esaltante. Ci si sente aiutati, incoraggiati, al di là della realtà materiale e noiosa della realizzazione di un abito da vendere.

Shocking life, Elsa Schiaparelli – 1954

Salvador Dalí et Baccarat Flacon de parfum Le Roy Soleil 1946 – Cristal © Archives Schiaparelli

Quando si pensa alla vie en rose si pensa inevitabilmente alla Francia di Edith Piaf, ma non tutti sanno che il colore rosa investe la moda e incarna un certo stile di vita Shocking, grazie a una particolare visione tutta italiana, quella di Elsa Schiaparelli.

Il Musée des Arts Décoratifs rende omaggio all’audace e stimolante lavoro della stilista italiana, la cui ispirazione si è nutrita del rapporto privilegiato con gli artisti dell’avanguardia parigina degli anni Venti e Trenta e che al pari di Lanvin, Vionnet e Chanel, ha dominato la capitale della moda dell’epoca. Quasi vent’anni dopo la retrospettiva consacratale nel 2004, il museo ha voluto rivisitare il suo lavoro per fare nuova luce sulla sua fantasia innovativa, il suo gusto per lo spettacolo e la sua modernità artistica.

Elsa Schiaparelli, nata a Roma nel 1890, crea e dirige a Parigi la propria maison de couture tra il 1930 e il 1950 (Hôtel de Fontpertuis nella Place Vendôme, con 500 impiegati – l’atelier è ricostituito nella mostra), tra i suoi clienti figurano Arletty, Wallis Simpson, Marlene Dietrich, Greta Garbo, Lauren Bacall e Amelia Earhart. Donna dalla personalità provocatoria e avanguardista, diviene celebre per l’uso del surrealismo nelle sue opere, l’impiego dei colori sgargianti e per il suo stile di vita. La tonalità di rosa, battezzata Shocking Pink nel 1937, diventerà il marchio di fabbrica delle sue creazioni di prêt-à-porter (alcune anche ardite per quei tempi), come anche per il suo primo profumo, chiamato Shocking. La bottiglietta sinuosa riprende la forma del busto di Mae West, attrice, scenarista e cantante americana, sex-symbol della Hollywood degli anni ’20 – ’40 (il flacone ha ispirato Jean Paul Gaultier molti anni dopo per il suo profumo Classique). Tutti i suoi profumi avranno un nome con la lettera “S”, come “scandalo”: Snuff, un profumo da uomo con un flacone a forma di pipa firmato da Fernand Guérycolas, o Le Roi Soleil con un flacone in cristallo Baccarat, disegnato da Salvador Dalì. Sola eccezione, Zut, creato nel 1948, la cui bottiglia disegna le gambe di Mistinguett, con una giarrettiera in vita.

Cresciuta in un ambiente familiare universitario umanistico e scientifico (suo padre, era un orientalista, suo zio un astronomo e sua madre una discendente della famiglia Medici), Elsa Schiaparelli ha abbracciato la moda senza mai rinnegare la sua profonda fascinazione per l’arte e gli artisti, diventando al contempo una stilista e una donna d’immagine, che ha vissuto l’alta moda come un caleidoscopio di abiti da sera, streetwear, abbigliamento sportivo, accessori e profumi. Evitando le costrizioni della società del tempo, lei si offre la libertà di esplorare forme e ispirazioni, costruite con spirito e umorismo incitata dai suoi amici artisti, molti dei quali considerano lei stessa un’artista a tutti gli effetti. 

Sviluppando il suo acuto senso del dettaglio, attraverso modelli in gran parte ispirati all’estetica dadaista e surrealista, dirotta i motivi e i materiali più sorprendenti. Inaugura una ricca serie di collaborazioni per le sue collezioni e accessori che illuminano una costellazione di illustri creativi: Man Ray (di cui sarà modella), Elsa Triolet, Jean Cocteau, Alberto Giacometti e Salvador Dalì, con cui condivide un gusto piccante per lo scandalo e la provocazione artistica. Il mitico tandem formato con l’artista catalano è messo in risalto nella mostra, in una sala a loro dedicata, con l’iconica robe homard o il famoso chapeau chaussure, una sorta di bibi surrealista.

Daniel Roseberry — Look 02. Automne-Hiver 2021-2022 © Maison Schiaparelli

Se il rosa shocking rimane una caratteristica notevole della sua carriera, i colori in generale sono sempre stati presenti nelle sue creazioni, nel ’38 lancia anche il rosso Calliope per un altro rossetto, mentre il suo primo grande successo commerciale, un cappellino chiamato mad cap (1932), in maglia tubolare capace di assumere qualsiasi forma, è declinato in una varietà di gamme dalle più sobrie alle più sgargianti. Il successo di questo accessorio fashion è immediato e mondiale, apparendo anche nei film sul capo di Ingrid Bergman o Katharine Hepburn. La stilista realizza costumi anche appositamente per il cinema, in particolare per il film Femmes (The Women di George Cukor, 1939) o Fifi peau de pêche (Every Day’s a Holiday di A. Edward Sutherland, 1937, con Mae West). Ha anche vestito Arletty in Hôtel du Nord (di Marcel Carné, 1938) o Zsa Zsa Gabor per Moulin-Rouge (di John Huston,1952).

Elsa Schiaparelli introduce una dimensione artistica nell’estetica dell’abbigliamento dell’epoca, assumendo un’eccentricità che mette in secondo piano la dimensione funzionale dell’abbigliamento, tale una creatrice concettuale, praticando deviazioni di funzione, trasformando una scarpa in un cappello o dei guanti con le unghie, utilizzando le cerniere in modo molto arbitrario: è stata la prima a porre la zip come elemento decorativo… come un ricamo (Jean-Paul Gaultier). La sua creatività si concentra appunto anche sulla complessa e lussuosa arte della broderie (maison Lesage). Ogni sua sfilata è un vero spettacolo sorprendente in cui, oltre alla moda, la stilista si occupa dell’illuminazione, della musica o della coreografia, dando un nome tematico a ciascuna delle sue collezioni.

Salvador Dalì — Couverture pour Minotaure, 1936 – Huile et collage sur carton. Musée des Arts décoratifs © Les Arts Décoratifs

La mostra del MAD riunisce 520 opere, tra cui 272 costumi ma anche modelli, gioielli profumi, disegni, dipinti, ceramiche, manifesti e fotografie dei più grandi nomi dell’epoca, da Man Ray a Salvador Dalì, da Jean Cocteau a Meret Oppenheim e Elsa Triolet. Già dalla prima sala offre uno spazio scenografico spettacolare che immerge subito il visitatore in un ambiente totale che evidenzia l’arguta apertura dell’artista alla moda e alla modernità, nonché il ruolo decisivo del couturier Paul Poiret, suo vero e proprio mentore, che nel 1922 ne rivela la sua vocazione. Questa retrospettiva Shocking mette in evidenza anche l’eredità dello stile Schiaparelli con silhouette interpretate da famosi couturier che le rendono omaggio: Yves Saint Laurent, Azzedine Alaïa, John Galliano, Christian Lacroix.

12 et 13. Vues de l’exposition «Shocking! Les mondes surréalistes d’Elsa Schiaparelli » © Les Arts Décoratifs / Christophe Dellière

In venticinque anni d’attività, Elsa Schiaparelli ha fatto della moda un respiro naturale dell’avanguardia, un campo di gioco in cui reinventare la donna e la sua femminilità.

Shocking!
Les Mondes surrealistes d’Elsa Schiaparelli MAD – Musée des Arts Décoratifs de Paris Fino al 22 gennaio 2023

Informazioni e prenotazioni: madparis.fr