Pompei, cose mai viste!

di Gianni Cudazzo

POMPÉI

Promenade immersive – Trésors archéologiques – Nouvelles découvertes

Grand Palais, Salon d’Honneur – Square Jean Perrin

Fino al 27 settembre 2020

 

Dopo un lungo periodo d’astinenza di musei, visitare finalmente una mostra al Grand Palais è sicuramente eccezionale. La promessa poi è accattivante: un’immersione nella mitica città fossilizzata dalla celebre eruzione e trasformata in un sito archeologico unico. Pompei, dalla storia plurisecolare, crocevia del mediterraneo, prospera nella sua “dolce vita” sotto la dominazione romana grazie al commercio e al suolo fertile. Città d’arte fiorente, imbellita dalle ville e costruzioni della sua agiata borghesia. L’eruzione del Vesuvio che la devastò annientando la popolazione ne fermò il tempo, preservandola e nascondendola per secoli.

Il percorso espositivo curato da Massimo Osanna (direttore del Parco archeologico di Pompei) è innovativo e si avvale della tecnologia digitale per valorizzare tesori, conoscenze, usi e costumi dell’antica Roma svelati dagli scavi. Ma attenzione, soffermandosi solo sull’aspetto scenografico, si potrebbe essere tentati di ridurre l’evento a una mostra luminosa sul tema, mancandone, in questo caso, il vero valore museografico. Chi ha già visitato l’imponente sito campano, apprezzerà l’aspetto suggestivo della mostra e chi ancora non ci si è recato, ne sarà certamente invogliato.

Pompei, i cui scavi insieme alla vicina Ercolano iniziarono nel 1748, è oggi una zona archeologica incomparabile, iscritta dall’Unesco al Patrimonio mondiale dell’umanità (dal 1997), visitata regolarmente da oltre 4 milioni di visitatori e degradatasi considerevolmente nel corso degli anni, sino al crollo della celebre Schola Armaturarum, nel 2010. Da allora, sull’impulso della comunità internazionale, il Parco ha beneficiato di una serie di lavori di ripristino e restauri, associati a ulteriori scavi (ben documentati nella mostra), che hanno portato alla luce nuovi reperti e quartieri, con straordinari esempi di apparati decorativi. È appunto questo nuova tessera del puzzle storico-artistico che l’originale allestimento vuole evidenziare, avvalendosi delle nuove tecnologie che permettono di ricostruire ambienti e architetture, d’immaginare la vita prima e un dopo l’eruzione, zumare sui dettagli degli affreschi per apprezzarli meglio. Queste recenti novità permettono di consolidare le conoscenze su questo emblematico teatro della civilizzazione romana, precisarne la storia e ammirare nuovi tesori di grande bellezza.

L’esperienza digitale propone parallelamente delle coinvolgenti proiezioni, accompagnate dai suoni dell’antica “civitas” e originali musiche che acuiscono i sensi e immergono i visitatori nel cuore di Pompei, dandone l’impressione della trepidante vita al suo apogeo, sino al suo funesto destino e, in seguito, alla sua preziosa scoperta.

La prima sezione illustra l’effervescenza delle strade ricostruite in 3D, grazie alle riprese effettuate da droni. Al centro, un impressionante dispositivo vi trasporta nel 79 d.C. per assistere all’eruzione del Vesuvio, seguendo la cronologia del disastro: al parossismo dell’eruzione, tutta la mostra è invasa dal flusso piroclastico. Ogni quarto d’ora, infatti, il vulcano virtuale si risveglia nel museo facendolo tremare, le nubi ardenti e i lapilli invadono tutta la scenografia e, all’improvviso, si è investiti da un cupo silenzio!

Nella terza parte poi, una sessantina di reperti, tra cui una selezione di quelli rinvenuti più recentemente tra il 2017 e il 2019, ricompongono cronologicamente la città e il suo mito. Tra gioielli, mobili, statue o affreschi anche tesori presentati in anteprima al pubblico: flauti, amuleti, utensili in ceramica, vetro, osso, avorio, ambra, bronzo, sculture in marmo e un fantastico mosaico a piccole tessere del ninfeo d’Arianna e Dionisio.

Uno spazio apposito permette la contemplazione dei magnifici affreschi delle ville pompeiane grazie ai giganteschi video ad alta definizione. Infine, alcune copie dei calchi delle vittime ricordano la tragica fine degli abitanti: attimi di umanità plasmati dall’eruzione e sospesi nel tempo. 

Un tuffo nel passato insomma ma che si avvale di tecniche sofisticate impiegate oggi nel Parco archeologico di Pompei, come la termografia a infrarossi, la fotogrammetria o lo scanner laser e utilizzate qui per dare vita a uno scenario espositivo tridimensionale a cura di GEDEON Programmes, la società leader francese associata al progetto, specializzata nei documentari archeologici e patrimoniali.

La mostra rivela così tutti i segreti di Pompei, grazie anche alle scoperte più attuali, e propone un’esperienza video sensoriale inedita che partecipa all’approfondimento del sapere, pur lasciando “esplodere” l’immaginazione collettiva e l’emozione.

 

 

Prenotazione obbligatoria:

www.grandpalais.fr