Cultura contro camorra

Nasce in Belgio il primo gruppo solidale e di acquisto 

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E’ il Gruppo solidale e di acquisto Vi45. In questo periodo sempre più carico di codici pandemici e no, sveliamo subito il segreto: è semplicemente una contrazione dell’indirizzo, Vi, come rue Victoria e 45 come il numero civico. Niente a che vedere con i virus mortali che da un anno a questa parte stanno mietendo vittime nel mondo, ma anche l’Associazione Cultura contro la Camorra, che ha dato vita al GSA, lottano da anni contro un altro temibile virus: la criminalità organizzata. 

Attualmente i beni confiscati in Italia sono circa 13.000, ma le tante aziende, circa 2.000, che li gestiscono non sono sempre floride e si trovano spesso in difficoltà. In alcuni casi, i mafiosi sono in grado di esercitare un vero e proprio ricatto obbligando clienti e fornitori a non utilizzare i beni confiscati. Né tantomeno da parte delle istituzioni si realizza una incisiva catena di solidarietà. 

L’associazione Cultura contro la camorra, nata nel 2013, intendeva tra l’altro far conoscere e lavorare chi aveva il coraggio di produrre beni proprio su quei terreni che la criminalità organizzata aveva usurpato con la violenza. Ma facciamo un passo indietro: “Il 30 aprile 1982 il segretario regionale del PCI in Sicilia, on. Pio La Torre, venne ucciso insieme al suo collaboratore Rosario Di Salvo”, ci spiega il presidente dell’associazione Franco Iannello. “Pio La Torre aveva proposto il disegno di legge che prevedeva per la prima volta il reato di “associazione mafiosa” e la confisca dei patrimoni mafiosi. Era stato tra i primi ad intuire come per combattere i gruppi criminali fosse necessario andare al cuore del rapporto tra potere economico e attività illegali marcando il confine tra gli stessi. In seguito a questo omicidio, il 13 settembre 1982, venne varata dal Parlamento italiano la legge che prevedeva la confisca dei beni mafiosi”. Si dovrà però aspettare 14 anni perché una legge di iniziativa popolare, la 109/96, rese possibile la restituzione alle autorità locali dei beni sequestrati alla mafia e alla camorra e la loro destinazione alla pubblica utilità. “Per raggiungere questo risultato e dargli seguito divenne decisiva l’azione di LIBERA, associazione nata il 25 marzo 1995 con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e di promuovere legalità e giustizia”, precisa Iannello. 

Come altre associazioni contro le mafie, Cultura contro la camorra crede si debba intervenire a livello europeo ed internazionale, perché la criminalità organizzata non è un fenomeno solo italiano, né solo meridionale, anzi impone le proprie leggi fino a Bruxelles e mette in pericolo “l’economia, il tessuto sociale e, alla fine, la democrazia dei nostri paesi”.  Da qui la nascita del GSA, che riunisce un insieme di associazioni belghe ma che presto si allargherà a Francia, Spagna e Austria, e della neonata “Bottega”. 

Tra gli obiettivi del GSA Vi45 il primo è quello di essere un momento di aggregazione tra produttori di beni frutto di lotte sociali e consumatori responsabili che desiderano comprare prodotti a prezzi equi, di buona qualità, ottenuti senza sfruttamento e abusi sugli uomini e sulla natura. Si tratta al momento essenzialmente di produttori campani, pugliesi e calabresi ma contatti con produttori di altri paesi e regioni sono già in corso. In Europa, lo scopo è quello di fornire prodotti di qualità a prezzi ragionevoli educando i cittadini al consumo critico e consapevole e coinvolgendo attivamente le organizzazioni democratiche che condividono i valori di solidarietà, democrazia e partecipazione del GSA Vi45.

Per saperne di più: 

www.culturacontrocamorra.eu