Perché contate su di noi se noi non contiamo niente?

a cura di Patrizia Molteni

Ancora nulla di fatto sul capitolo italiani all’estero, pare più importante occuparsi degli immigrati che sbarcano in Italia piuttosto che delle centinaia di migliaia di connazionali, di ogni età, che hanno ripreso la strada dell’espatrio. La riforma Conte prevede infatti che i parlamentari eletti all’estero passino da 18 a 12. Considerando che ci sono 6.000.000 di cittadini AIRE (cioè aventi diritto al voto), vuol dire che ogni eletto dovrebbe rappresentare poco meno di 1.400.000 cittadini, a fronte dei 300.000 di un parlamentare in Italia. Contro questo progetto di riforma ricercatori, professori, medici hanno lanciato una petizione su change.org.

“Questa operazione di chirurgia numerica lede fortemente il diritto fondamentale alla rappresentanza degli italiani nel mondo”, si legge nella dichiarazione. “In primo luogo perché, non garantendo un adeguato rapporto tra elettori ed eletti, crea una lesione di diritto nel sistema di rappresentanza democratica e rende gli italiani all’estero cittadini di seconda classe. In secondo luogo, perché dissolve la centralità del ruolo che i parlamentari esteri hanno nel rappresentare, nel parlamento nazionale, le idee e le necessità degli italiani all’estero. Viene così sminuito il ruolo che essi rivestono per la nostra cittadinanza estera e per  tutte le istituzioni estere con cui quotidianamente si confrontano.

Infine, si screditerebbe simbolicamente il ruolo delle comunità italiane all’estero come risorsa essenziale per il sistema Italia, la cui importanza si manifesta nel contributo, sempre più rilevante, alla crescita economica, culturale e sociale del nostro Paese: attraverso le rimesse e gli investimenti, il mercato diretto e indiretto di beni e servizi per italiani all’estero, il turismo di ritorno, e sotto forma di quel capitale umano, culturale, scientifico e di innovazione tecnologica che giorno dopo giorno rappresenta il Paese nella quotidianità del lavoro”.

Una delle battaglie degli italiani all’estero è stata la considerazione della casa in Italia come prima casa, cioè con una tassazione ridotta. In effetti, per molti giovani è una vecchia casa lasciata da genitori e nonni e che non possono permettersi di mantenere ai costi di una casa per le vacanze. In molti di questi casi significherebbe vendere (ammesso che ci si riesca) e recidere così l’ultimo legame con il paese di origine.