Donne e Culture in movimento

Polifemmes in quarantena

di Patrizia Molteni

Il progetto che vede coinvolte dal 2019 diverse associazioni di emiliano-romagnoli in Europa e Italia in Rete, “Polifemmes – Donne e Culture in movimento” – ha dovuto marcare una battuta di arresto quando al ritorno da un laboratorio in Belgio, l’aria di quarantena è diventata tangibile.

Polifemmes, ricordiamolo, è un progetto co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Label Paris Europe, e lanciato nel 2019 dall’associazione reggiana “Eutopia – Rigenerazioni territoriali”, progetto che ha visto le associazioni di emiliano-romagnoli nel mondo e diverse reti (ReteDonne, Italia in Rete) impegnate a co-costruire dal basso un patrimonio culturale europeo al femminile. Come? Attraverso dei laboratori in cui vengono usati una cartografia stilizzata della città per reperire e raccontare gli spazi pubblici a connotazione “donna” e di fatto ri-appropriarsene e un monopoli adattato e ribatezzato, appunto, “polifemmes”. Ogni casella agisce come generatrice di storie legate ad una tematica specifica. Per questo progetto abbiamo coinvolto donne italiane in giro per Belgio, Francia e Germania poiché è proprio migrando che l’eredità culturale di ciascuna di arricchisce di nuovi contenuti.

Un secondo progetto, quasi specchio, è stato “I saperi delle migranti” in cui abbiamo raccolto le testimonianze di donne vissute o nate all’estero o che vivono e lavorano all’estero per periodi piuttosto lunghi: cosa riportano nel loro bagaglio culturale?

Questi due progetti già in restituzione artistica al Museo della Resistenza di Bologna (7 marzo 2019), e quest’anno a Berlino e Genk (Belgio), sono stati riuniti nel sito www.donneinmovimento.eu.

In attesa di poter realizzare l’ultima fase (laboratorio a Parigi per donne italiane ma anche per donne di origini europee, mostra al Consolato generale d’Italia), stiamo arricchendo il sito di una parte interattiva nella quale donne da tutto il mondo possono postare i loro #pezzidieredità in formato audio, video o fotografico. È necessario registrarsi, gratuitamente e, volendo, anche sotto pseudonimo (come si fa per piattaforme come Netflix), si potrà avere un profilo, pubblicare testimonianze e costruirsi la propria playlist. Casella per casella saranno consultabili sia i video d’autore realizzati durante i laboratori da fotografe e videomaker (nella parte “sito”) che i contributi spontanei realizzati a casa.