Genova per voi, noi, loro

di Patrizia Molteni

Perché “Genova per voi”? Voi chi? 

Voi i nostri lettori e voi che pur non essendo genovesi ne conoscete i cantautori, i poeti, gli scrittori, gli artisti e gli architetti che l’hanno fatta entrare in un immaginario che va ben oltre la lunga striscia di terra tra il mare e le montagne. 

Una prima cosa che viene in mente è la “Genova per noi” di Paolo Conte, piemontese, che contrappone i provinciali di campagna, come lui, e la gente di mare. Immobilità, quella della campagna nebbiosa piemontese contro la mobilità del mare che non si ferma mai. Insidioso e affascinante, un territorio di contrasti armonici come ci spiega Doriana Fournier. 

Come lui i “Quattro amici al bar”, noto titolo di Gino Paoli, che aveva creato, insieme a Bruno Lauzi (anche protagonista del Jukebox di Effeffe), Luigi Tenco, e Umberto Bindi, quella che fu poi definita la “scuola genovese”. Cantautori esterofili, per l’epoca, appassionati di musica che veniva da oltralpe (gli chansonnier francesi) o d’oltreoceano (il jazz, il be bop, il boogie). A loro seguiranno altri cantautori, a partire da Fabrizio d’André, che hanno saputo descrivere una città “sospesa”, “come una della città invisibili d’Italo Calvino” (Serena Rispoli, “Genova incantata”). 

è ancora ad Italo Calvino che ci fa pensare il primo romanzo di Lia Piano, figlia di Renzo Piano, l’architetto che ha progettato il Centro Pompidou e la ricostruzione del Ponte Morandi dopo il crollo. Lia ci parla della casa stravagante della sua infanzia, e di una vita “diversa”, all’insegna della libertà e della creatività in mezzo a una vegetazione a dir poco lussureggiante e popolata da ogni sorta di animali, in un racconto che ricorda il Barone rampante di Calvino. Una casa senza cancello con le finestre sempre aperte e il vento che correva a suo piacimento da un vano all’altro. E poi il mare che, come cantava Ivano Fossati, rende la città più chiara e maestosa: «Chi guarda Genova sappia che Genova si vede solo dal mare». 

Iris Berger Peillon ci porta verso la poesia, attraverso la guida della città di Edoardo Sanguineti, giovane ribelle e rivoluzionario ritornato a Genova a ventotto anni, dopo un lungo periodo piemontese. La guida si intitola Genova per me, proprio ora che cominciavamo a pensare che i pronomi adatti a Genova sono quelli plurali: noi, voi, loro. Scrive Sanguineti: «La mia vera Genova non è questa d’oggidì, degli anni miei maturi e senili, ma è, fatalmente, quella sepolta nel profondo e remoto inconscio della mia minima puerizia». Un io che rinvia all’infanzia, al mare, alla madre (così come mare e madre sono associati nell’articolo di Serena Rispoli), ai luoghi dell’infanzia e chi li popolava, ognuno di questi luoghi darà vita a una delle poesie. Il poeta e la città, non la città “per” il poeta, qui sta la differenza e improvvisamente torniamo al plurale. 

E infine la Genova per “loro”, Carlo Giuliani, Magdalena e tutti i ragazzi che hanno voluto dire la loro sul G8 delle grandi potenze e che sono stati massacrati come se avessero manifestato contro la peggiore dittatura, basata sul potere economico. Ce ne parla Roberto Ferrucci regalandoci un brano di Cosa Cambia, riedito da People edizioni. è un po’ il messaggio della consueta e efficacissima graphic novel di Giancarlo Covino. 

“Loro” sono anche le vittime del crollo del ponte Morandi, «dovuto anch’esso alla speculazione edilizia» (Calvino direbbe) di multinazionali che risparmiano sulla sicurezza della gente. Sono i milioni di emigranti che sono partiti per le Americhe, e le migliaia di immigrati che ancora approdano nella città. A loro è dedicato il Museo dell’Emigrazione inaugurato in maggio scorso a Genova. 

Completano questo primo piano l’itinerario di Fabrizio Venerandi, la passeggiata gastronomica di Alessandra Pierini e le fotografie di Matteo Galiazzo, che riesce a cogliere la soggettività implicita nella città che non è mai solo bianca o solo nera. Genova per voi, è il titolo che abbiamo scelto per questo numero di Focus in, dice Francesco Forlani, come se non esistesse una Genova per sé, raccontata da sé stessa, in modo oggettivo. 

Dossier a cura di Patrizia Molteni e Francesco Forlani.

Genova per noi, Doriana Fournier

Genova incantata, Serena Rispoli

Genova per lui, Iris Berger Peillon

Planimetria di una famiglia felice, Patrizia Molteni

Genova 2001, cosa cambia, Roberto Ferrucci

La storia emigrante, Pabla Guida

E Genova in sé, Francesco Forlani

Dossier fotografico di Matteo Galiazzo. 

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